Anagni - AIRONEINFORMA

Vai ai contenuti

Menu principale:

visitate la Ciociaria > i 91 comuni

cliccate sulle miniature per ingrandire le foto - fotografie di Antonio Grella - newformat@libero.it - è vietata la riproduzione e la pubblicazione anche parziale delle fotografie senza il consenso scritto dell'autore



ANAGNI


La città di Anagni è antico centro medioevale sorto su uno sperone tufaceo dominante la valle del fiume Sacco.
Città dalle pittoresche viuzze medioevali angoli di storia passata, teatro di celebri episodi ricordati dal poeta fiorentino Dante. Fu sede provvisoria di molti papi, diede i natali a ben 4 pontefici: Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Bonifacio VIII.
Oggi la città, importante centro agricolo ed industriale, conserva inalterato tutto il fascino di un’epoca lontana, nonostante lo sviluppo di un tessuto urbanistico rispondente alle esigenze moderne. Le origini della città si perdono nei lontani tempi della preistoria quando, popolazioni seminomadi, si stazionarono sulla sommità della collina prospiciente la paludosa e boscosa valle del Sacco, secondo i rinvenimenti di manufatti litici risalenti a oltre 700.000 anni fa e di resti fossili di Homo Erectus datati 458.000 anni, i più antichi finora rinvenuti in Italia.    
All’inizio del VIII secolo a.C. un villaggio del popolo degli Ernici sorge nella parte orientale della collina, bene esposta al sole e nelle vicinanze di una ricca sorgente. Qui era possibile attingere acqua, costruire fortificazioni per proteggere le capanne e sfruttare il territorio ricco di animali, ubertoso ed adatto all'allevamento.

Agli inizi del V sec. a.C. il sito di Anagni era abitato da genti erniche, probabilmente di origine marsa o sabina. I rapporti con la nascente potenza romana conobbero nel tempo alterne vicende: dalle alleanze del V sec. a.C. alle guerre con Roma del 318 a.C. fino allo scioglimento della Confederazione Ernica imposto dai romani nel 306 a.C. Del più piccolo circuito antico e della città romana rimangono in piedi cospicui avanzi murari, i più suggestivi dei quali sono i cosiddetti Arcazzi. Scambiati a volte per resti templari, sono caratterizzati da grandi blocchi di travertino formanti imponenti arcate.

Anagni ernica e romana doveva essere il centro religioso e forse anche politico di quei tempi. Della antica Anagnia lo stesso Marco Aurelio ci dice che fosse:“piccola in verità, ma ricca di edifici sacri e di riti religiosi...
Non vi era angolo che non avesse un santuario o un tempio... “.
Nell’alto dell’acropoli infatti, sorgeva il maggior tempio alla dea Cerere, più giù quello a Saturno, ove oggi sorge S. Giovanni De Duce e quello a Marte ove ora sorge la chiesa di S. Michele, uno, infine, dedicato alla dea Libitina, ove sorse dopo la chiesa della Madonna Del Popolo.Importante era anche la presenza di zone con diverse funzioni pubbliche come: il foro, oggi piazza Dante, e le terme di Piscina di cui abbiamo solo pochi resti. Erano luoghi importanti per la vita della città dove la gente poteva incontrarsi, passare il tempo libero, trattare affari.
La decadenza dell'impero romano, nei secoli successivi, coinvolse anche Anagni, ma sono poche le testimonianze a riguardo, fino alla fine del millennio.

La rinascita dell’anno Mille si presenta sotto la forma maestosa di un nuovo, grandioso edificio sacro sull'acropoli costruito al posto di un precedente più piccolo tempio cristiano.

A Pietro di Salerno, vescovo di Anagni è attribuito il merito di aver divisato e realizzato, fra il 1062 e 1105, il progetto della costruzione della Cattedrale anagnina, dopo aver trovato in Oriente le risorse finanziarie necessarie.Ma l’episodio per il quale la città risulta più nota è sicuramente quello che va sotto il nome di “Schiaffo di Anagni”. Secondo un’inveterata tradizione, nella sala delle scacchiere, infatti, papa Bonifacio VIII fu aggredito ed oltraggiato da emissari di Filippo IV, re di Francia, condotti da Guglielmo Di Nogarèt, con la complicità di Sciarra Colonna in risposta all’emanazione della bolla “Una Sanctam” con la quale il papa scomunicava il Re. Era il sette settembre 1303.
Nei giorni a seguire, il popolo di Anagni, levatosi in difesa del pontefice, mise in fuga gli autori dell’oltraggio.



fonti usate per la stesura di questo testo: www.cittadianagni.it



DA VISITARE   

Cattedrale di Anagni

La rinascita dell’anno Mille si presenta sotto la forma maestosa di un nuovo, grandioso edificio sacro sull'acropoli costruito al posto di un precedente più piccolo tempio cristiano.
A Pietro di Salerno, vescovo di Anagni è attribuito il merito di aver divisato e realizzato, fra il 1062 e 1105, il progetto della costruzione della Cattedrale anagnina, dopo aver trovato in Oriente le risorse finanziarie necessarie.
La cattedrale di S. Maria è una delle chiese meglio conservate tra quelle giunte fino a noi.
Questa chiesa, realizzata fra il 1062 e il 1105, grazie alle risorse finanziarie trovate in oriente da Pietro di Salerno, Vescovo di Anagni,nata romanica, decorata con pavimenti e tessere dai marmorari romani, che ha subito innesti gotici, la cui cripta è stata affrescata alla metà del secolo XIII, ha vissuto momenti di splendore nei giorni in cui i papi hanno soggiornato in Anagni.Qui ci sono state celebrazioni importanti, scomuniche di
imperatori, canonizzazioni di santi e controversie teologiche.Il lato a nord è sicuramente quello più originale ed elegante della chiesa.
Delle tre absidi la maggiore è abbellita ed alleggerita nella sua parte superiore da una loggetta formata da sedici archetti a tutto sesto, sorretti da otto colonne.
Alla base delle absidi una scalinata conduce al secondo ingresso, probabilmente riservato, un tempo, all’entrata esclusiva del clero.
La cattedrale, è, infatti, posizionata molto vicino al palazzo papale e alla residenza dei canonici ormai divenuta museo dello scultore Tommaso Gismondi.Il lato ovest è la facciata che maggiormente presenta tipologie costruttive diverse poiché nel tempo è stata più volte rivisitata.Dal loggiato partiva un’imponente scalinata che costituiva l‘accesso principale alla chiesa e che terminava sulla piazza oggi denominata Innocenzo III; fu eliminata con i restauri di fine Ottocento.
Sulla destra, il battistero pensile, poggiante su una mezza volta, rappresenta forse la struttura più ardita dell’intero complesso.In alto, sul loggiato, è collocata la statua di papa Bonifacio VIII
  
in un’edicola sormontata dagli stemmi dei Caetani.
Sulla sinistra, proiettata in avanti, è stata eretta la cappella Caetani; sorta per opera di Bonifacio VIII, verso la fine del Duecento, rappresenta il sacello familiare dove sono conservati i resti mortali di Pietro Caetani e dei più eminenti personaggi della famiglia. La costruzione gotica ha coperto l'originario portichetto romanico. Sul transetto, un ampio rosone illumina la cappella. All'interno, l'altare è sovrastato da una tribuna e da un affresco trecentesco; l'intero ciclo degli affreschi presenti è in gran parte scomparso mentre, recentemente, sono riaffiorati vasti lacerti.
La facciata sud, conserva integralmente il suo aspetto romanico e risente maggiormente dell’influsso campano. Anche dall’esterno sono facilmente distinguibili le tre navate in cui è suddivisa la chiesa. La facciata è stata arricchita da tre portali campani, e quello centrale, detto Porta Matrona, è stato particolarmente curato nella decorazione della lunetta. A destra della lunetta un bassorilievo rappresentante la testa di una lince e quella di un bue. Sopra le porte si aprono tre monofore.
L’interno della chiesa
L'interno della chiesa è a tre navate con presbiterio rialzato; le navate sono delimitate da pilastri a sezioni diverse alternate; il presbiterio è distinto da una cortina marmorea che richiama la pavimentazione cosmatesca.
Le pareti richiamano un panneggio presente negli affreschi dell'oratorio sotterraneo. Un affresco è presente nella lunetta interna del portale maggiore, altri, cinquecenteschi, si trovano nell'abside principale, sovrastati da pitture di fine Ottocento: i primi rappresentanti gli apostoli, i secondi, i santi anagnini. L'altare maggiore è sovrastato da un ciborio romanico mentre al Pietro Vassalletto sono attribuiti il cero pasquale e il trono episcopale. Attualmente la chiesa presenta tra le altre la cappella della Madonna della Misericordia, e la trecentesca cappella Caetani, con lo stemma di Bonifacio VIII, sul cui altare, campeggia il tumulo di alcuni personaggi di casato. Intorno alle pareti, antichi stalli lignei dei canonici.
    

Cripta della chiesa

La cripta della chiesa, sacrario della comunità cristiana di Anagni, conserva le spoglie dei santi anagnini nei loro cinque altari. La visione più spettacolare è data dal ciclo di affreschi, realizzati da tre o quattro pittori operanti tra il 1237 ed il 1260, testimonianza del passaggio dai moduli di ispirazione bizantina al realismo dinamico delle figure. Le storie, a testimonianza della cultura del tempo, sono tratte dalla civiltà medievale, dalla Bibbia e dalla storia dei santi anagnini. Si comincia dalla formazione de l mondo, secondo la concezione platonica, e attraverso le vicende dell’ arca dell’alleanza e le storie edificanti dei santi martiri si perviene al giudizio fianle del Cristo Salvatore con le scene dell’apocalisse. Anche la cripta è fornita di una splendida pavimentazione cosmatesca.

  


Palazzo Bonifacio

Ai margini dell' acropoli, su un complesso di fortificazioni alto medievali costituito da due torri e da un complesso murario romano di difesa della città, sorse intorno alla fine del XII secolo il palazzo di Bonifacio VIII.
Il massiccio complesso, diviso in ampi saloni, era disposto su diversi piani, collegati con scale a chiocciola e con ballatoi alle torri vicine.
Sulle torri e sul tetto alloggiavano le truppe a difesa del palazzo.
Da qui, infatti, potevano vigilare sulle campagne circostanti e avvistare nemici. Ancora oggi, nel lato sud, su questi contrafforti, sono visibili, infatti, i puntoni sui quali poggiavano le postazioni per l’avvistamento, e le feritoie per la segnalazione.
Oggi il palazzo presenta una copertura a spioventi, l’accesso spostato lateralmente, una delle due torri trasformata probabilmente nella sede odierna dell'Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale, con la sua biblioteca specializzata, ed i suoi archivi fotografici e documentari. Il prospetto è costituito da un portico con grandi archi, sormontato da un loggiato con bifore
I piani inferiori invece erano adibiti a magazzino e costituivano gli alloggi per la servitù.
Una scala a chiocciola interna permetteva l’accesso al secondo piano, costituito da una loggia con cinque bifore. Da qui era possibile accedere alla Sala delle Oche e alla sala delle Scacchiere.
La Sala delle Oche era così detta per gli affreschi decorativi del primissimo Duecento che in essa si possono ammirare e nella quale era presente anche un gran camino, unica fonte di riscaldamento del palazzo.Nella Sala delle Scacchiere invece, il Papa era solito ritirasi tra le Sacre Scritture e ricevere ambasciatori e personalità del suo tempo. Qui si ergeva il suo trono, qui erano presenti anche diversi araldi dei casati del ‘200.
Secondo un’inveterata tradizione, in seguito alla scomunica, mediante bolla “Unam Sanctam”, del re di Francia Filippo IV in questa sala, papa Bonifacio VIII fu aggredito ed oltraggiato da emissari del re, condotti da Guglielmo Di Nogaret, con la complicità di Sciarra Colonna.
Era il sette settembre 1303.
Il popolo di Anagni, levatosi velocemente in difesa del pontefice, mise però in fuga gli autori dell’oltraggio, passato alla storia come lo “Schiaffo di Anagni”.
La sala delle scacchiere permetteva l’accesso ad un’altra sala oggi adibita a museo e nella quale sono contenuti documenti sulla storia del Lazio Meridionale, sulla vita di Papa Bonifacio VIII assieme a collezioni archeologiche, sigillografiche e fotografiche.
Da qui e dalla loggia sul lato nord si gode un ampio panorama.


Palazzo Traietto

Adiacente al palazzo sorge l’abitazione che un tempo appartenne a Papa Bonifacio VIII, chiamato oggi Traietto dal nome degli attuali proprietari.
Possiamo vedere sul lato della Via Maggiore la facciata settecentesca ingentilita da un balcone sorretto da colonnine neoclassiche. Nel retro il prospetto settentrionale è prettamente medievale, con alti speroni e grandi archi ogivali d’unione, che mostrano l’influenza dell'architettura gotico-cistercense.


Palazzo Comunale

Un altro edificio rilevante, il secondo delle grandi costruzioni anagnine, è il palazzo comunale, risalente alla metà del secolo XII quando il comune commissionò la costruzione della propria sede, pare, ad un architetto di Iseo.
La genialità dell'architetto Jacopo da Iseo sta nell'aver sistemato edifici preesistenti, unificandoli mediante la costruzione di un grande portico, formato da ampie arcate a tutto sesto. Sul grande porticato Jacopo realizzò un maestoso salone:la Sala della Ragione, così nominata per essere la sede del tribunale.    
La sala ha subìto rilevanti trasformazioni: salone unico, in seguito tramezzato, per realizzarvi, una cappella dedicata al protettore San Magno, corredata di un ciclo di affreschi nel cinquecento, teatri in alcune occasioni, e più recentemente, nell' ottocento, due grandi saloni : la Sala delle lapidi, e la Sala delle Ere.
Il prospetto principale del palazzo comunale è sulla piazza del Macello, oggi Piazza della Pace, qui l’edificio presenta bifore e trifore che danno il nome all’omonima sala, alcuni stemmi della città e dei Caetani e la quattrocentesca Loggia del Banditore. Su questo lato si prospetta il grandioso scalone d’accesso al piano superiore.
Il palazzo ha subito continue trasformazioni, fu residenza di papi, cardinali, governatori e dei rappresentanti pubblici delle città che vi abitarono nel periodo del loro mandato. Per questo ha subito anche radicali interventi di adattamento, accorpando gli edifici laterali, per meglio ospitare gli uffici pubblici, proliferati nei secoli.


S. Andrea

Nella chiesa di S.Andrea, fondata intorno al secolo XII, resistono al cambiamento, almeno nel loro aspetto principale, solo la cripta e il campanile con frammenti ornamentali di figure zoomorfe appartenenti al periodo romano. All’interno, nella seconda cappella è custodito il pregevole trittico del Salvatore, considerato dal Toesca tra i più rappresentativi della pittura romana del secolo XIII.


S.Antonio Abate

La chiesa di S. Antonio Abate svolse un ruolo assai importante sin dal XIII secolo a causa dell’annesso ospedale della confraternita della SS. Annunziata. L’aspetto attuale risale al secolo XVIII, anche se l'interno è stato ristrutturato a fine Ottocento. Carlo Maratta, artista che svolse un ruolo decisivo nella situazione artistica romana della seconda metà del XVII, dipinse per la chiesa anagnina una grande pala d’altare raffigurante l’Annunciazione, oggi custodita nel palazzo vescovile. L’ex chiesa è oggi adibita ad Auditorium comunale ove si svolgono importanti eventi culturali: convegni, concerti e rappresentazioni teatrali.
  


S.Angelo

La chiesa di S. Angelo risale al XIII secolo. L’originaria struttura romanica fu modificata nel corso del settecento con decorazioni in stucco e parziali demolizioni e ricostruzioni. Successivamente, nella seconda metà del Settecento, connotati neoclassici si sostituirono a quelli barocchi.
La facciata attuale, che copre quella originaria, è formata da un portico con quattro arcate e un timpano sorretto da lesene aggettanti. Molto interessante è la facciata posteriore, caratterizzata da un’abside romanica con lesene e archetti. L’interno è diviso in tre navate, in quella sinistra (nella prima crociera) è collocato un fonte battesimale in pietra di forma esagonale con bassorilievi del sec. XVIII. Il settecentesco altare maggiore è decorato con un ricco intarsio marmoreo. Nella sacrestia si conservata una Madonna degli Angeli di iconografia bizantina del sec. XV.


Casa Barnekow

Lungo la via Major della città, alcuni esempi di abitazioni nobiliari, appartenenti evidentemente a cardinali e signori feudali, caratterizzati da facciate con monofore e bifore ed alcuni portici, testimoniano fino ai primi del duecento la presenza dei Papi in Anagni con il loro seguito di cardinali, prelati,uomini della curia, banchieri,mercanti e collaboratori. Un esempio di tali abitazioni è casa Barnekow, dal nome di un nobile svedese che nell' Ottocento l’acquistò,ne decorò la facciata con affreschi e lapidi di argomento religioso ed  esoterico scritte in diverse lingue.L'esterno è molto pittoresco per via della scalinata che conduce al primo piano. Il tutto è coperto da grandi arcate a tutto sesto, poggianti su una colonna sormontata da un capitello decorato con foglie d’acanto.


Arcazzi

La città deve l’inizio della sua trasformazione ai romani. Questi dopo aver sottomesso il popolo degli Ernici nel V-IV secolo avanti Cristo, iniziarono la costruzione di imponenti mura intorno alla città, riabilitandola e trasformandola in municipium.
Del più piccolo circuito antico e della città romana rimangono in piedi cospicui resti murari, i più suggestivi sono i cosiddetti Arcazzi. Scambiati a volte per rovine templari, sono caratterizzati da grandi blocchi di travertino formanti imponenti arcate.
Anagni Ernica e Romana doveva essere il centro religioso e forse anche politico di quei tempi.

Cinta muraria - Arcazzi

Del più piccolo circuito antico e della città romana rimangono in piedi cospicui resti murari, eretti nel IV secolo A.C. Il tratto meglio conservato e più suggestivo è visibile dal lato settentrionale. Sono i cosiddetti Arazzi, scambiati a volte per rovine templari, sono caratterizzati da grandi blocchi di travertino formanti imponenti arcate.
Le mura, composte da grandi blocchi squadrati, in opus quadratum, raggiungono uno spessore che varia da 1,5 a 3 metri. In alcuni tratti emergono ritocchi di epoca medievale e rinascimentale.


Porta Cerere

La porta Cerere, che prende il nome dall'antica divinità romana, si pensa che dovesse essere eretta nel luogo già accesso dell'antica città ernica, come ci viene menzionato da Marco Aurelio.
Dal periodo romano, la porta venne più volte ristrutturata, fino al Medioevo quando il nome Cerere si estese a tutto il quartiere, allora uno dei più popolosi della città.
Notizie certe le abbiamo risalenti a metà Cinquecento, quando, durante la Guerra di Campagna, venne profondamente danneggiata.
In tempi moderni, la porta, persa la sua funzione di difesa della città, ha assunto carattere monumentale secondo il progetto dall'anagnino ing. Martinelli.
Scelta a seguito di concorso, l’attuale porta è costituita su un solo fornice, dall'arco monumentale sovrastato da uno sporto e da un completamento su cui campeggiano lo stemma di Anagni ed un'iscrizione. La possente costruzione in blocchi calcarei locali è ingentilita da lesene e l'insieme appare come una tarda costruzione neoclassica.    


S.Giacomo

La chiesa, ristrutturata nel Settecento, è caratterizzata esternamente da un’ampia scalinata che conduce nello spazio antistante la movimentata facciata.
Nell’interno è visibile una parte del pavimento cosmatesco, un tabernacolo dell’olio santo del secolo XIII (attribuito al Vassalletto) e una particolare croce angelica del 1256, detta di San Tommaso, caratterizzata da un gran numero di lettere dipinte riferite a precetti cristiani.


Regina Margherita

L'antico convento di S. Giacomo dei Domenicani, espropriato dopo il 1870 dal Regno d'Italia, per opera di Ruggero Bonghi fu trasformato in convitto per figlie degli insegnanti elementari verso la fine del secolo diciannovesimo. L'antico edificio è stato ampiamanete rimaneggiato, mentre i terreni circostanti sono stati trasformati in giardini e impianti sportivi.
Il complesso sorge all'ingresso della città, all’esterno dell’antica cinta muraria. Alla sua destra sorge la chiesa di S. Giacomo, anticamente annessa al convento.
La facciata è caratterizzata da un solenne ingresso posto in cima a una monumentale scala.
Per circa un secolo il convitto ha svolto ospitato e preparato insegnanti elementari non solo per Italia centrale ma anche per vaste zone dell'Italia meridionale.
Attualmente il collegio è aperto a tutti e si va adeguando alle esigenze della società contemporanea. Nei grandi saloni dell'edificio si possono osservare gli arredi di fine ottocento, un gabinetto scientifico e una biblioteca scolastica tradizionale.    


Scuola De magistris

La scuola elementare intitolata allo storico anagnino Raffaele Ambrosi De Magistris sorge all'ingresso della città sopra un piccolo colle. L'edificio è stato costruito, con la tipica architettura scolastica del tempo, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del novecento per rispondere alla crescente domanda di scolarizzazione. Lo spazio circostante è stato destinato a totale uso della scuola. L'edificio, che ancora conserva sulla facciata l'iscrizione relativa alla distinzione tra scuola maschile e femminile, ha ospitato anche l'Istituto magistrale ed una sezione della scuola materna.


San Pietro in Vineis e Principe di Piemonte

Attualmente la Chiesa fa parte del Collegio Principe di Piemonte edificato alla fine degli anni venti.
Abitato nel Medioevo dalle monache Damianite, venne in gran parte ristrutturato quando nel secolo XVI passò ai frati Cappuccini.
Un’imponente scalinata conduce all’interno della chiesa, impreziosito dal pavimento cosmatesco e da un interessante ciclo di affreschi duecenteschi di ispirazione francescana (ciclo della Passione) e quattrocenteschi (figure di Santi).
Gli affreschi sono presenti anche all'interno del convento in quello che era l'antico refertorio.    


Badia della Gloria

Il complesso degli edifici rappresenta ciò che è rimasto del monastero della Gloria sorto nei primi decenni del XIII secolo per opera del Cardinal Ugolino, nativo di Anagni, Vescovo di Ostia e futuro Papa col nome di Gregorio IX (1227-1241).
Precedentemente il fratello di Ugolino, Adenolfo Conti, desiderò costruire una cappella in Anagni da affidare ai Francescani e donò loro un appezzamento di terreno, il fondo Arenzano, con torre annessa.
La cappella rimase incompiuta per la morte di Adenolfo. Venne successivamente ultimata dal fratello Ugolino che la dedicò a S. Martino e la concesse a quei frati. Contemporaneamente stava facendo costruire su un fondo attiguo chiamato Monte d’Oro, un monastero che dedicò alla Vergine Assunta in Cielo.
L’anno di fondazione del monastero è incerto, ma si colloca nell’arco di tempo compreso tra il 1212 e il 1219. Successivamente il Cardinale Ugolino ritenne opportuno unire le due chiese in un unico complesso trasferendo i Francescani, dopo averli provveduti di un’altra sede, in una località anagnina che per quel motivo è tutt’oggi chiamata S.Francesco.
Dall’unione dei due complessi nacque così l’Abbazia di Santa Maria della Gloria, e per volere di Ugolino (ora Pontefice con il nome di Gregorio IX) fu affidata all’ordine monastico dei Florensi.
Con la morte di Aessandro IV, avvenuta nel 1261, l’Abbazia cominciò a risentire della diminuita protezione del papato; cominciarono le imposizioni di pagamento delle decime che fino ad allora erano state risparmiate. Inoltre, le insidie continue ai suoi ricchi beni e la lenta diminuzione dei suoi monaci ne accelerarono la fine. La decadenza si accentuò con il pontificato di Bonifacio VIII e con l’ascesa della famiglia Caetani che, nel 1297 acquista molti terreni di proprietà del monastero. Nel 1411, venne data in commenda e nel 1739 in enfiteusi a Leonardo Martinelli di Anagni. I nuovi proprietari ridussero il complesso a abitazione per sè e per i coloni addetti ai lavori della terra; in pratica l'intero possedimento divenne un'azienda agricola e l'intero complesso venne adattato a casale rurale, residenza del proprietario, dei coloni, magazzino e stalla del bestiame.
L’edificio è oggi costituito da vari corpi di fabbrica in pietra tufacea di colore giallastro.
Lo stile dell’intera costruzione è un romanico sobrio che effonde un senso di mistica severità perfettamente aderente allo spirito dello scomparso ordine monastico.
Da alcuni anni gli edifici sono stati acquistati dal Comune di Anagni; attualmente costituisce una suggestiva scenografia per le rappresentazioni del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale.


Villa Magna

Ai margini orientali, alle falde dei Monti Lepini, si trova Villa Magna, attualmente un complesso di casali rustici, resti medievali di una villa imperiale romana. I resti più antichi risalgono all’epoca tarda repubblicana e si riferiscono, probabilmente, ad una villa rustica. Non si sa in che modo questa proprietà sia entrata tra quelle imperiali, ma è certo che alla fine del I sec. d.C. è annoverata tra le proprietà degli imperatori romani che la utilizzavano periodicamente.
Un monastero benedettino, S. Pietro di Villamagna, sorse sulle rovine della villa romana. Le testimonianze più antiche del cenobio risalgono al VI secolo d.C. probabile periodo di fondazione. Il periodo più ricco della sua storia va dal X al XIII sec., quando il monastero si ingrandisce, trasforma più volte i propri edifici, dà vita ad un processo di incastellamento della zona e, attorno all'edificio del cenobio, sorge un castrum. Verso la fine del Duecento, dopo un lungo periodo di splendore, subì una forte ed improvvisa decadenza in seguito    
    alla quale fu soppresso e annesso da Bonifacio VIII alla cattedrale anagnina. Attualmente sono ben visibili all’esterno gli edifici d’epoca medievale. In seguito dal '700 in poi gli edifici sono stati in più riprese trasformati in fabbricati rurali che costituirono un importante azienda agricola.
Tra i resti si individuano tre nuclei: i fornici, sotto agli attuali casali, le cisterne, nelle vicinanze dei predetti edifici e più lontano, sotto i resti murari medievali costituenti l'ex convento benedettino, mura che formano una possibile base di una basilica sulla quale nel Medioevo vene edificata la chiesa di S. Pietro.


S.Giorgio

Il monastero fortificato di S.Giorgio ad Montes è un antico cenobio sorto sull'omonima collina che si trova alle spalle di Anagni, verso nord.
Sorse, forse, come convento di canonici o sacerdoti e solo alla fine del duecento fu costituito a monastero benedettino per opera di Bonifacio VIII.
Nei secoli seguenti si perdono le tracce della sua storia e solo nel cinquecento veniamo a sapere che S. Giorgio ad Montes è associato alla cattedrale e costituisce un beneficio conferito a cappellani. Per questo, all'inizio del settecento fu dato al sacerdote Giovanni Marangoni, che in seguito, lo fece attribuire da Benedetto XIII alle suore seguaci di Claudia de Angelis. Dopo il 1870 è stato espropriato e venduto a privati.
Attualmente il monastero fortificato si presenta in rovina, fortemente depauperato, ma si possono comprendere le diverse funzioni degli edifici. Le costruzioni sono circondate da un muro che ne costituiva la recinzione difensiva; all'interno sorgono fra loro accostati una torre, un edificio probabilmente residenziale e la piccola chiesa. Questa era interamente affrescata; in alcune zone sono presenti lacerti e tracce di colore. Al di sotto di questo blocco di edifici si notano murature di un probabile chiostro e di altre costruzioni di incerta destinazione.




Informazioni:
Distanza dal capoluogo (Km) 25
Abitanti 19.755
Altitudine (mt. slm) 424
Superficie territorio (Ha.) 11.000
Prefisso telefonico 0775
C.A.P. 03012

Collegamenti:
Scalo ferroviario Anagni Km. 9
Casello autostradale Anagni Km. 5,5

Telefoni utili:
Uffici comunali Corso V. Emanuele 0775.7301

Sito Web :
www.comune.anagni.fr.it
www.cittadianagni.it

fonti usate per la stesura di questo testo: www.cittadianagni.it


 
Torna ai contenuti | Torna al menu