Boville Ernica - AIRONEINFORMA

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BOVILLE ERNICA


Boville Ernica è posta a cavaliere fra la valle del Sacco e quella del Liri. Dal colle ove sorge il centro storico si osserva un vasto panorama dellíintera zona centra le della provincia di Frosinone.

Il nome attuale è stato assunto nel 1907, mutando il medioevale Bauco, nome con il quale continua ad essere chiamata da gli abitanti del paese e da molti anziani. Si è adottato il nome di Boville Ernica volendo riprendere la denominazione di uníantica città che sarebbe sorta nellíambito del territorio comunale, Bovillae, e, per distinguerla da uníaltra omonima, già esistente nellíarea dei Colli Albani, si è aggettivata Ernica poichÈ sorge alle estreme propaggini del territorio abitato nel passato dagli ernici.
Bovillae deriverebbe il suo nome dal culto per il dio Bove.
Resti archeologici sono stati rinvenuti in più occasioni: un muro poligonale di terrazzamento, nella cui area è stata trovata una stipe votiva e diversi ex-voto (III secolo a. C. circa), un altro lungo muro e alcuni tratti che fanno pensare alla spianata di una villa romana.

Fino al 1907 si chiamava Bauco

Alla luce di quanto sino ad ora scoperto, si può ritenere che il territorio dellíattuale Boville sia stato popolato dai volsci e dai romani; di questi ultimi si trovano tracce piu consistenti lungo le strade che da Veroli conducevano a Casamari e Sora. Il ritrovamento nel 1941 di un sarcofago cristiano in contrada Sacco, contenente resti umani, ha fatto pensare ad una precoce presenza del Cristianesimo nel luogo. Il sarcofago, attribuibile allíera costantiniana, proviene, forse, da un picco lo cimitero o da una cappella cristiana a fianco di una villa rurale.

Gli storici locali sostengono che gli anti chi insediamenti furono devastati dalle incursioni barbariche e che gli abitanti, dopo il tentativo di costruire un nuovo abitato a valle del Colle del Fico, in località Sasso, si sarebbero orientati a popolare líattuale collina ove sorge il centro storico di Boville.

Il sito fu fortificato con uníimponente cinta muraria, e, grazie alla sua posizione, dette vita ad un abitato duraturo nel tempo.

Intorno al Mille, la stabilizzazione dellíinsediamento è confermata dalla presenza di una consistente organizzazione religiosa: le Abbazie di Montecassino e di Subiaco possedevano sei chiese (cinque la prima, una la seconda). A partire dal Duecento anche i cistercensi della vicina Casamari ebbero una loro chiesa e, forse, un convento dentro la cinta urbana. Dal vescovo di Veroli dipendevano cinque parrocchie e un lebbrosario, la cui chiesa fu dedicata a San Leonardo.

Malgrado la imponente fortificazione, il Castello di Boville è stato saccheggiato, incendiato e conquistato più volte: nel 1155 da Guglielmo il Malo, nel 1170 dallíesercito del Barbarossa, nel 1186 da Enrico VI e poi, nel 1194, dalle truppe guidate da Eugenio di Rochemburg. Il motivo di tante battaglie si può attribuire alle lotte del papato con il regno meridionale e con líimpero e alla particolare posizione del paese: un castrum sorto verso i confini, lungo la strada che collegava le terre papali con quelle del regno di Sicilia. Nel 1204 i bovillensi riuscirono a sventare un assalto delle truppe imperiali e sorane guidate da Konrad von Marley. Col favore della notte gli assalitori penetrati entro le prime difese, si accingevano a superare la seconda cinta interna, quando vennero scoperti e respinti.

Dallíepisodio gli storici fanno discendere un singolare privilegio concesso al castello: la possibilità di avere un governo autonomo dal potere centrale. Papa Innocenzo III decretò che Bauco fosse governato dai rappresentanti delle principali dodici famiglie. A rotazione, ogni nove mesi, una famiglia delegava un vicario che amministrava la giustizia civile e penale, oltre a governare la comunità. A questa forma di governo, che è stata definita repubblicana, viene fatta risalire una notevole fioritura economica e sociale, nonchÈ edilizia della cittadina. La concessione papale va collocata entro una più generale riorganizzazione dello stato pontificio operata dal papa anagnino Innocenzo III, il quale stabilizzò una forma di governo tradizionale del regime feudale, quella dei consortes, una sorta di potere locale affidato a milites associati. Tuttavia Boville ebbe propri signori feudali; anche se, nei primi tempi della fondazione, il miles di turno dipendeva dal vescovo di Veroli, dovendogli FÏdelitatem et servitium. Nel Trecento ebbero parte preponderante i Crescenzi, i Caracciolo e poi Luca Spinelli.

Anche i Colonna ne ebbero temporaneamente la signoria nel corso del Quattrocento.

Una certa autonomia di governo deve essere sopravvissuta, fino al Cinquecento, quando anche nello stato dei papi cominciano le prime forme di centralizzazione statale. Intorno al 1583, Gregorio XIII pose definitivamente sotto controllo líamministrazione locale e i governatori vennero nominati da Roma.

Intanto erano accaduti molti importanti avvenimenti nella storia bovillese, due di questi particorarmente negativi: un terremoto nel 1350 e líattacco nel 1527 e nel 1556 delle milizie spagnole e dei Colonna. Nel XVI secolo però avvennero notevoli processi di trasformazione sociale e di riassetto urbanistico.

Líavvio di tali trasformazioni viene comunemente fatto risalire alla presenza del cardinale Ennio Filonardi, originario di Boville, che fece una rapida carriera nel mondo ecclesiastico romano del primo Cinquecento. I Filonardi costruirono un grande palazzo di famiglia nel luogo ove sorgeva il castello medioevale; poi, in asse con la facciata del castello, tracciarono una breve strada rettilinea, che divenne la principale via del piccolo borgo collinare e, infine, iniziarono il rinnovamento degli edifici delle chiese urbane e rurali. Operò allo stesso modo il vescovo Simoncelli. A lui si deve il palazzo omonimo e la ristrutturazione della Chiesa di San Pietro Ispano, con la costruzione della cappella gentilizia della sua famiglia.

Nel corso del Settecento si verificò una vivace espansione demografica con un incremento del disboscamento per reperire nuove terre coltivabili. Fu anche líinizio di nuove attività come la coltivazione del líolivo e la produzione dellíolio che divenne presto un prodotto tipico della zona, líintroduzione dellíallevamento del baco da seta e della lavorazione del filo serico. Fra il secolo XVIII e i primi dellíOttocento si aprÏ una ìfabbrica di cocciî, probabilmente uníofficina per la produzione di stoviglie.

In occasione degli avvenimenti romani e napoletani connessi alla presenza dei francesi rivoluzionari e napoleonici, la popolazione si sollevò dando origine a gravi fatti di sangue.

Superato il periodo napoleonico, Boville fu coinvolta dal fenomeno del brigantaggio e sentÏ poco il processo di unificazione nazionale. Dopo il crollo dello stato napoletano, i domini del papa furono rifugio degli sbandati borbonici. Proprio a Boville ci fu uno scontro tra delle truppe sabaude che avevano sconfinato e un piccolo gruppo di borbonici sbandati. I soldati piemontesi attaccarono i borbonici a Casamari; questi ultimi ripiegarono su Bauco e si trincerarono nella cittadina. Líesercito sabaudo allora assaltò il paese, ma venne respinto con perdite. In seguito si ricorderà líepisodio con líelevazione di un monumento agli sfortunati soldati.

Il primo Ottocento vide il declino della lavorazione della seta e delle piante tessili in generale ed un notevole aumento demografico che rese la produzione agricola non più sufficiente a soddisfare i bisogni della comunità.

Il secondo Ottocento, al contrario, è ricordato per la massiccia espansione della coltivazione della vite, per la grande produzione di vino e per il tentativo di estrarre il bitume da scisti del sottosuolo. Tuttavia, nonostante la rinnovata vitalità economica, non fu possibile evitare un massiccio fenomeno di emigrazione di abitanti. Già i bovillesi erano abituati (dal Settecento) allíemigrazione stagionale verso la campagna romana e molte famiglie avevano partecipato ai dissodamenti di nuove terre, nel corso del secolo XVIII, in varie parti del Lazio meridionale. Con líunità díItalia, líemigrazione si diresse prima verso Roma poi verso tutti i paesi che potevano offrire lavoro.

Boville fu uno dei luoghi ove i lavoratori presero presto coscienza della loro condizione e della necessità di uníorganizzazione politico-sindacale che contribuisse a migliorare le loro condizioni di vita. Qui sorsero le prime leghe dei contadini: nel 1920 i socialisti si insediarono in comune e nel secondo dopoguerra le organizzazioni leghiste ebbero un notevole ruolo nelle lotte contadine.
Il centro Storico
27 aprile 2009 - Pubblicato in IL CENTRO STORICO
La cerchia muraria è rimasta totalmente in piedi: líabitato del centro storico è quasi del tutto delimitato dal circuito medioevale, che solo in alcuni luoghi è stato superato da nuove abitazioni. Esistono ancora 18 torri, alcune circolari altre quadrate. Una di esse, massiccia e di maggiori dimensioni rispetto alle altre, posta alle spalle della Chiesa di San Pietro Ispano e collegata al Palazzo Filonardi, sorto sul luogo del castello, si ritiene fosse il maschio del borgo. La posizione di alcune torri circolari, oggi interne ma collegate da mura alla cerchia esterna, fa pensare ad un doppio circuito difensivo, o ad uníaddizione dovuta allíespansione del borgo. Cíè qualche scrittore locale che parla di una terza cerchia, osservando la conformazione delle strade interne e ricordando le mura abbattute alla fine del líOttocento. Nel circuito murario si aprono tre porte: San Francesco, Santa Maria e San Nicola.

Il centro storico conserva la suggestione dei piccoli paesi formati da una fitta rete di stradine, vicoli, piazzette e angoli che sembrano delineati da un inconsapevole architetto. Sul corso si affacciano i principali palazzi e San Michele, la chiesa più importante.

Líingresso al paese è rappresentato dal piazzale Granatieri di Sardegna dove sorgono il monumento che ricorda la battaglia del 1861 fra soldati del regno díitalia e borbonici e una fontana con una caratteristica ìconcaî ciociara in pietra.

Sulla balaustra del piazzale è stata collocata una pietra che indica la direzione dei numerosi paesi che si possono vedere da Boville. Porta San Nicola rappresenta líingresso monumentale al centro storico; il portale settecentesco, rimaneggiato nel 1865, ricorda líarchitettura di Porta Romana di Veroli.

Porta San Francesco è líaltro antico e notevole ingresso di Boville. Si tratta di una porta rimasta allo stato tardomedioevale e ingloblata nel Convento francescano, posto alla sua sinistra. Al di sopra del varco si eleva una robusta torre quadrata, posta a difesa; sul suo fianco destro proseguono le mura.

Nel corso del Cinquecento e del Seicento sono sorti diversi palazzi di pregevole architettura.

Il Palazzo Filonardi è la trasformazione dellíantico Castello di Boville, avvenuta nel Cinquecento, ad opera del cardinale Ennio. Sorge vicino la Chiesa di San Pietro Ispano, nella piazza San Pietro che costituisce il cortile del palazzo.

Líedificio rinascimentale, presenta delle eleganti cornici alle finestre ed un bel portale rinascimentale attribuito al Vignola. Líinterno presenta un grande salone sul cui pavimento sono incisi i motivi araldici dei Farnese e dei Della Rovere, famiglie protettrici del cardinale Filonardi. Il Palazzo Simoncelli si eleva lungo il corso Umberto I, eretto dallíomonimo prelato bovillese utilizzando costruzioni preesistenti, con una facciata a tre ordini. Líedificio incorpora la Chiesetta di San Giovanni Battista ove è stato scoperto recentemente un affresco del Domenichino. Il palazzo, già sede del Monastero delle benedettine di clausura, oggi è residenza municipale; la Chiesa di San Giovanni ospita manifestazioni culturali.

La Chiesa di San Michele Arcangelo è la principale di Boville. Si ha notizia di una chiesa con il medesimo nome già dal 1125; líedificio attuale è stato ricostruito nel Settecento su disegno di Jacopo Subleyras. La facciata è in mattoni, con gli elementi architettonici dei due ordini in pietra. Líinterno è suddiviso in tre navate e contiene il cosiddetto ìCappelloneî, ovvero la cappella Filonardi con il sepolcro del cardinale Ennio. Sullíaltare di San Sebastiano cíè una tela del cavalier díArpino e sullíaltare di fronte un SantíErmidio, opera di Sebastiano Conca. La Chiesa di San Michele possiede molti dipinti attribuiti al Reni e a pittori del Settecento romano.

La Chiesa di San Pietro Ispano è anchíessa molto antica; líattuale edificio, che è opera del vescovo Simoncelli, fu edificato alla fine del Cinquecento. Líinterno è ad una sola navata e conserva nella cripta líunico elemento visibile della precedente costruzione romanica. Secondo la leggenda sacra, la cripta è la grotta ove per molti anni San Pietro Ispano, un combattente spagnolo contro i musulmani, visse macerando il suo corpo. Il Simoncelli, familiare di Paolo V, ottenne dal papa decorazioni appartenute allíantico edificio di San Pietro in Vaticano; fra queste un angelo musivo attribuito a Giotto, una importantissima reliquia del celebre mosaico ìdella Navicellaî, un busto argenteo attribuito al Cellini, contenente la reliquia di San Pietro Ispano, due angeli del Bregno, una croce in porfido, due bassorilievi in gesso dorato nel XVII secolo, un bassorilievo attribuito al Sansovino rappresentante originariamente la maternità della Madonna, trasformata poi in Sacra Famiglia, una natività ed una incoronazione della Madonna, affreschi seicenteschi, e molte altre pitture e sculture del Seicento e del Settecento.

Recentemente vi è stato portato il sarcofago cristiano del IV secolo, trovato nel territorio di Boville nel 1941. Questo manufatto, quasi sicuramente prodotto da laboratori romani, ha una decorazione simbolica: un graticcio che rappresenta le porte del cielo e sul fregio quattro scene, due dellíantico Testamento, altre due del nuovo. Una di queste è la tradizionale raffigurazione dellíadorazione dei Magi.

Nella Chiesa di Santo Stefano si conserva uníopera del Conca.

Nella Chiesa di San Francesco sono stati scoperti recentemente diversi affreschi: alcuni riconducibili allíarte bizantina, altri del Duecento, del Trecento e del XVII secolo. Nella parete di fronte cíè traccia di un ciclo trecentesco di un allievo di Giotto.

La presenza ditali notevoli opere díarte insieme ad altre, quali un organo del Seicento, un paliotto díaltare ed un ricchissimo soffitto ligneo del XVII secolo, hanno predestinato questa chiesa per la costituzione di una pinacoteca e quale sede del Museo civico.

Le molte altre chiese urbane conservano un ricco patrimonio di beni artistici, costituito da pale díaltare dipinte dal Seicento all' Ottocento.

Fonte comune di Boville




Da vedere in Città

Chiesa di S. Pietro Ispano: edificata nel XVI secolo, sullo stesso luogo in cui visse S. Pietro Ispano, la cattedrale conserva all'interno la croce in porfido, opere paleocristiane medievali e rinascimentali come il sarcofago del 350 d.C., l'angelo a mosaico di Giotto, il bassorilievo con la Sacra Famiglia del Sansovino e le statue di San Pietro e Paolo;

Collegiata di San Michele Arcangelo: situata nella piazza principale del paese, la chiesa attuale è stata ricostruita nel settecento, ad opera di Jacopo Subleyra, e conserva una delle tele più famose del Cavalier d'Arpino, il "Cappellone" ovvero la cappella Filonardi con il sepolcro del cardinale Ennio, recentemente nel territorio di Boville è stato trovato un sarcofago cristiano del IV secolo; Chiesa di Santo Stefano: all'interno della quale vi è conservata un'opera del Conca

Chiesa di San Francesco: sede del Museo Civico e di una pinacoteca, custodisce nella suo salone alcuni affreschi, recentemente scoperti,del duecento, trecento e del XVII secolo. Porta San Nicola: costruita intorno al settecento e ristrutturata nel 1865, costituisce l'ingresso monumentale del centro storico

Porta San Francesco: inglobata nel Convento Francescano tra le mura difensive della città, il portale rappresenta l'altro antico ingresso di Boville

Palazzo Filonardi: situata nella piazza San Pietro, l'edificio sorge intorno al XVI secolo al posto dell'antico Castello di Boville. Al suo interno vi è un grande salone con motivi incisi sul pavimento delle famiglie dei Farnese e dei Della Rovere

Palazzo Vizzardelli: con torre Cometti


Informazioni:
Distanza dal capoluogo (Km) 19
Abitanti 8.864
Altitudine (mt. slm) 450
Superficie territorio (Ha.) 2.813
Prefisso telefonico 0775
C.A.P. 03022

Collegamenti:
Scalo ferroviario Frosinone Km. 20
Casello autostradale Frosinone
Km. 21,5

Telefoni utili:
Uffici comunali Corso Umberto
0775.37004

Sito Web :
www.comune.boville-ernica.fr.it

Fonte provincia di Frosinone

 
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