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MONTE SAN GIOVANNI CAMPANO

Quando l’antica città romana di Cereate, nei pressi dell’odierna Casamari, venne distrutta dalle orde barbariche, le popolazioni tentarono di rifugiarsi in luoghi più sicuri e inaccessibili, fondando la nuova comunità di “Castelforte”, in seguito ribattezzata Monte San Giovanni Campano. Il castello, posto a 420 metri di altitudine, fu affidato dal re Normanno Ruggero II° ai Conti di Aquino, come ricompensa per i servigi prestati, e questi lo abbellirono servendosi dell’opera degli scalpellini e di altre maestranze che stavano lavorando alla edificazione dell’Abbazia di Casamari. Il castello ospitò San Tommaso d’Aquino, intorno al 1243, quando egli tentava di recarsi in Francia per abbracciare gli ordini religiosi domenicani, contro la volontà della madre. Fermato ai confini della Toscana dai fratelli, venne ricondotto in patria e rinchiuso per circa due anni nel suddetto castello, subendo l’attentato alla sua purezza. Ancora oggi è possibile vedere la stanza della sua prigionia, in seguito trasformata in cappella dagli stessi suoi parenti. In essa vi figura un pregevole trittico in legno a sfondo dorato, nel cui centro campeggia la figura del giovane cinto dagli angeli. La famiglia Conti di Aquino conobbe il periodo di massimo splendore durante il regno di Federico II°, di cui erano devoti vassalli. Ma quando l’imperatore fu scomunicato per la terza volta, anch’essi tentarono di sganciarsi dal loro protettore. Scoperti dovettero subire la violenta reazione: Rinaldo, fratello di San Tommaso, venne giustiziato. Nel 1418 il papa Martino restaurò il pieno dominio temporale della Chiesa e restituì il castello al Vescovo di Veroli. In seguito Monte san Giovanni Campano ridiventò feudo degli Aragonesi, facente parte del Regno di Napoli. Ferdinando d’Aragona ne fece la roccaforte avanzata del suo Regno e nel 1495 oppose resistenza al passaggio delle truppe di Carlo VIII° di Francia, diretto alla conquista del Regno di Napoli. In questa occasione la rocca dovette sperimentare la potenza della polvere da sparo, subendo gravi danneggiamenti. La rovina fu totale e quando il paese poté essere ricostruito, venne addossato al castello. Passato il turbine di Carlo VIII°, il centro passò nuovamente nelle mani degli Avalos, il primo dei quali aveva sposato, nel 1440, Antonella, ultima discendente dei Conti d’Aquino. Il castello fu riordinato e attrezzato con cannoni posti dietro gli spalti esterni, che furono poi tolti quando la città ripassò nuovamente nelle mani del papa, e trasferiti nella base navale di Gaeta. Ancora oggi si possono vedere le aperture circolari da cui sbucavano le canne dei cannoni. Anche il Convento di San Giovanni subì gravi danni dall’attacco francese e rimase per molti anni in abbandono, asilo di briganti e luogo di delitti. Nel 1538, Eleonora d’Avalos, Marchesa di Pescara, lo fece riedificare e lo cedette ai frati Cappuccini, che ancora oggi lo abitano. In questo Convento venne consacrato sacerdote San Felice da Cantalice nel 1544. Nello stesso periodo venne ricostruita la collegiata di Santa Maria della Valle, sempre ad opera degli Aquino-Avalos, su disegno di artisti della scuola del Bramante, vi si venera la Madonna, rappresentata da una statua lignea del 1632, eseguita da artisti lucchesi. Il centro storico di Monte San Giovanni Campano conserva angoli suggestivi, che riecheggiano secoli di civiltà, di distruzioni e di ricostruzioni. Il Palazzetto Rinascimentale, con il suo portale squadrato, rappresenta il cuore della cittadella, elegantemente decorato in stile cinquecentesco.

Fonte: www.apt.frosinone.it





Da vedere in Città

Castello ,

Torre dell'orologio ,

Palazzetto rinascimentale ,

Collegiata di S. Maria



Informazioni:Info:

www.comune.montesangiovannicampano.fr.it


 
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