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foto dal web - si ringraziano gli autori
SUPINO
PERCORSI DI STORIA
LE ORIGINI: TRA STORIA E LEGGENDA
di Annamaria Marocco
Supino, è una suggestiva cittadina a carattere medievale, disposta come una lunga balconata verdeggiante, posta ai piedi del versante orientale dei Monti Lepini, si affaccia sulla valle del fiume Sacco.
Ancora avvolte nel mistero le origini di Supino, come quelle dei centri limitrofi di Patrica, Morolo, Sgurgola, si fa riferimento ai Volsci, popolo dell’antica Italia di stirpe Tosco-Umbra.
Qualcuno sostiene che Supino sia stata fondata dai profughi fuggiti alla distruzione di “Ecetra” una delle sette città fondate dai Volsci, altri affermano che tale ipotesi sia non del tutto esatta.
Ecetra fa sovente la sua comparsa nelle guerre contro i Romani, ma scompare poi dalla storia senza che oggi se ne possa fissare la precisa posizione.
Viene ricordata per la prima volta da Dionigi di Alicarnasso sotto Tarquinio il Superbo (534-509 a. c.). Successivamente, durante la guerra volscia, che si suppone condotta da Coriolano, Ecetra compare ancora come città importante, in cui ha luogo il congresso generale dei deputati delle città Volsciche.
Viene inoltre spesso menzionata nella lunga lotta degli Equi e Volsci con Roma, e sembra essere stata una delle città volsciche più vicine agli Equi. Da dichiarazioni di alcuni storici pare che essa, intorno al 459 a.c. circa, sia stata la città più ragguardevole dei Volsci e, nella posizione, la più vantaggiosa.
I romani la presero di mira perché posta in un punto importante che poteva ostacolare l’espansione di Roma verso il Sud dell’Italia. L’ultima menzione diretta di Ecetra nella storia di Livio si incontra nella campagna del 378 a.c.; in seguito non si parla più della sua conquista o distruzione e il suo nome scompare del tutto. Si può desumere la sua posizione al confine dei Volsci, verso gli Equi.
L’origine insediativa di Supino è incerta, ma si può affermare con certezza che in epoca romana l’agglomerato maggiore doveva sorgere a valle, lungo l’attuale via Morolense, diverticolo della via Latina, dove ancora oggi affiorano importanti resti archeologici di una villa di epoca romana.
Successivamente l’agglomerato urbano abbandonò la campagna per la collina ubicandosi intorno alla rocca signorile ivi costruita dai primi signori feudali, luogo considerato più sicuro dalle malattie, dagli eserciti e dai briganti
IL MEDIOEVO
Non esistono dati precisi per definire il momento in cui si formò il comune di Supino, tuttavia appare di fatto costituito almeno nel 1128 anno in cui il Papa Onorio II nella lotta contro i “Signori della Campagna” prese di petto la roccaforte di Supino.
In un documento, di quel periodo, custodito presso la chiesa di Fossanova, riporta: “Il Papa Onorio II andò contro Supino ed essendo stati uccisi molti soldati, gli altri rientrarono a Roma con disonore” (1125)
Per quasi tre secoli dal 1128 Supino fu feudo di un ramo collaterale dei “Conti de Ceccano”, famiglia di Innocenzo III, determinando il ramo cadetto dei “Conti de Supino” (con i Conti de Ceccano non sempre si ebbero rapporti pacifici).
La storia ricorda una serie di personaggi insigni per dottrina, valore militare, incarichi pubblici e pontifici, alta gerarchia ecclesiastica, gente prevalentemente dedita alle armi se non addirittura a soldati di ventura (1)
A questo riguardo c’è da sottolineare il fatto che Supino risulta sempre mobilitata sul piede di guerra dalla metà del secolo XII alla metà del XIII, per la lotta tra il re di Francia e il Papa, con alla testa i capitani Giovanni de Supino (1168), Tommaso de Supino (1216) Riccardo de Supino (1227) Rinaldo de Supino (2) (1249), e Balduino de Supino (1263), al quale è tuttora intitolata una strada del paese.
Questi trascorsi storici servirebberero a spiegare, forse, la esplosiva fierezza di fronte alle ingiustizie e ai soprusi della popolazione supinese.
Estintasi la famiglia dei signori di Supino, nel XIV secolo, il feudo passò ai Colonna nel 1503 che lo detennero, tranne alcuni brevi periodi fino all’Ottocento. (Dal 1501 al 1503 ai Borgia; dal 1541 al 1549 Supino fu confiscato da papa Paolo III; dal 1556 al 1562 ai Carafa).
Nel 1534 la principessa Giovanna D’Aragona Colonna concede gli Statuta a Supino.
I Colonna tornarono a Supino anche con il famoso capitano Fabrizio, illustre uomo d’armi nonché consigliere di Papa Giulio II.
Il paese seguì le vicende dello Stato Pontificio e per tutto il XVII e XVIII secolo subì il forte potere accentratore dell’amministrazione centrale romana.
A partire dal Settecento si registrò un forte incremento della popolazione e una serie di trasformazioni nell’abitato, con la ricostruzione delle chiese e l’edificazione di alcuni palazzi di rilievo.
Supino venne a far parte del Regno d’Italia il 12 settembre 1870, momento in cui le cinque province dello Stato Pontificio vennero raccolte in un’unica provincia, Roma, a sua volta suddivisa in 5 circondari e il comune di Supino fu annoverato all’interno del circondario di Frosinone. Questo assetto amministrativo rimase pressochè invariato fino al 6 dicembre 1926 quando venne istituita la Provincia di Frosinone.
Dopo l’unificazione nazionale cominciò un lento processo di modernizzazione; agli inizi del secolo scorso l’emigrazione di molti Supinesi fece registrare un decremento demografico, oggi superato come dimostrano i dati in crescita negli ultimi anni, relativi alla popolazione.
Note
(1) l’originaria scelta dell’insediamento, caratterizzata come si è visto da evidenti preoccupazioni militari, farebbe pensare già di per se stessa a gente prevalentemente dedita alle armi se non addirittura a soldati di ventura, puo essere emblematico al riguardo il fatto che dopo aver espugnato Anagni con Nogaret contro Bonifacio VIII i Supinesi aiutarono gli stessi Anagnini ad espugnare Frosinone
(2) Il nobile Rinaldo di Supino partecipò con Sciarra Colonna e Guglielmo Nogaret al famoso episodio dello “Schiaffo di Anagni” ed al successivo arresto del papa Bonifacio VIII nel 1303 per questo grave affronto alla potenza papale venne scomunicato dal successore, papa Benedetto XI e Supino distrutto.
Episodio ricordato da Dante nella Divina Commedia nel Purgatorio canto XX verso 85 in poi:
"Perchè men paia il mal futuro e l'fatto,
veggio in Alagna intrar lo fiordaliso,
e nel vicario suo Cristo esser catto,
Veggiolo un'altra volta esser deriso;
veggio rinovellar l'aceto e l'fiele,
e tra vivi ladroni esser anciso".
Fonte: Comune di Supino
Da vedere in Città
Santuario di S. Cataldo
Portali Medioevali
Ruderi della Torre Piana di S. Serena
Fonte Pisciarello
Scavi archeologici di villa romana con terme
Biblioteca Comunale
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